Bonanni, troppi due mestieri

Il segretario generale, scrivono tre iscritti alla Cisl, si sta impegnando in attività politiche come il sostegno al governo Monti e la formazione del nuovo rassemblement centrista. Ma deve scegliere: o la politica o il sindacato

Raffaele Bonanni si è molto impegnato per Todi2 (21-22 ottobre), la convention delle sette grandi organizzazioni che fanno riferimento all’associazionismo sociale cattolico. E’ un protagonismo del segretario generale Cisl che forza lo Statuto sulla connotazione laica della Confederazione che, seppure indirettamente, propugna una lista pro-Monti per le elezioni 2013. Così l’immagine pubblica.

Fin dall’estate, dopo le manifestazioni unitarie di Roma e di Napoli, Bonanni aveva iniziato lo smarcamento dall’unità d’azione faticosamente ricostruita, fino alla non adesione allo sciopero nazionale degli statali il 28 settembre sulla spending review. Sgancia la Cisl da qualsiasi manifestazione nazionale unitaria se critica verso le scelte del governo Monti, anche se proposta in giorni non lavorativi, come più volte indicato dalla Cisl. Insopportabile quando afferma a proposito della manifestazione della Cgil del 28 ottobre “ non mi sono accorto di nulla”. Cessa anche il linguaggio spigoloso verso ministri. Si corre tutti pro-Monti, diamine!.

Sono state diverse le strambate di Bonanni per cambiare la rotta per essere credibile a Todi 2 e per la lista pro Monti in primavera 2013. Ricordiamo l’ultima, sulla legge di stabilità 2013. Ha affermato che è conveniente “un ritocco in giù per l’Irpef ed all’insù per l’Iva…che bisogna aumentare le tasse indirette e abbassare quelle dirette che sono pagate da tutti: l'Iva pesa di più su chi ha di più e consuma di più, mentre l'Irpef per la verità carica di più proprio su chi ha meno soldi”. Un ragionamento del tutto simile a quello di Monti e Grilli, così il sindacato rischia di diventare miope e corporativo. Le cose stanno diversamente: l’Iva è la tassa più evasa, l’Iva la paga anche chi non ha reddito, l’Iva pesa di più per i consumi vincolati ( tant’è che per questi l’Istat misura un tasso d’inflazione più del doppio rispetto all’indice medio nazionale), pesa ancora di più per i disoccupati che il sindacato poco organizza, e poi appesantisce la recessione. Quando i dirigenti della Cisl parlano ai lavoratori, ai loro iscritti utilizzano parole ben diverse: “ Diminuire le tasse sul reddito da lavoro trasferendole sulle cose, sui grandi patrimoni e le ricchezze”: le cose non sono i prodotti su cui grava l’Iva!

Che poi gli organismi dirigenti nazionali scelgano l’unanimismo a sostegno del leader che si è esposto pubblicamente ciò riguarda una modalità di centralismo ben poco democratico. Mica poco! Sono ben evidenti i conflitti d’interessi per Bonanni, rispetto alla carica ricoperta. Molti dirigenti Cisl si tolgono d’impaccio con: “è una sua iniziativa personale”. Altri dissentono con voce bassa e fuori onda.

Il segretario generale della Cisl ha recentemente affermato su La Stampa (27 ott) di volere operare per “la nascita di un'aggregazione nazional-popolare che interpreti il sentimento della maggioranza silenziosa degli italiani: favorevole a larghe intese che consentano di proseguire l'esperienza del governo Monti'”; in una precedente intervista del 12 agosto, interrogato sulla “Cosa bianca” affermò che era necessario un nuovo partito per salvaguardare l’autonomia dei corpi intermedi della società “messa a rischio dalle spinte oligarchiche e dal prosciugamento dei partiti come voluti dai nostri padri costituenti”. Quindi anche quella del sindacato! Davvero inedito per la Cisl che nel suo Statuto ha da sempre scritto, all’art. 2, che “le organizzazioni sindacali devono separare le loro responsabilità da quelle dei raggruppamenti politici, dai quali si distinguono per natura, finalità e metodo di azione.”. Bonanni afferma d’impegnarsi per una lista pro-Monti anche per combattere le facili promesse dei vari populismi. Ma come giudicare il suo annuncio pubblico (Il Messaggero del 27-2-201) sul problema caro benzina ai tempi del governo Berlusconi: “Del resto proprio con il governo ci accordammo per una sterilizzazione dei prezzi qualora il costo del petrolio avesse superato i 70 $ al barile.”. Chi l’ha visto?

Il forte protagonismo di Bonanni per la “cosa bianca” con strisce liberali coinvolge così tanto l’immagine della Cisl - a prescindere dalla sua dichiarazione di non volersi candidare - da rendere opportuna una sua scelta di lasciare una delle due rappresentanze: quella Cisl o quella del pro Monti e del rassemblement con Luca di Montezemolo.

Docet Sergio D’Antoni. Nel 2000 lasciò l’incarico di segretario generale e poi, per le elezioni del 2011, costruì Democrazia Europea. Non andò bene per diversi motivi ed è bene ricordare che il popolo Cisl ha finora dimostrato poca propensione ad essere “sospinto” nel voto politico.

Mario Dellacqua, Toni Ferigo, Adriano Serafino

Torino

Martedì, 13. Novembre 2012
 

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