Appello per il referendum, secondo elenco di adesioni

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Pubblichiamo un secondo elenco di adesioni e commenti all'appello per il non voto
 
Marcello Croci,Segreteria USR CISL Marche

Franco Lotito, segretario Confederale UIL
 
Aderisco convintamente all'appello sul "non voto" per il referendum sull'articolo 18.
Elena Montecchi, Vice Presidente Gruppo DS
 
Aderisco all'appello "Un referendum sbagliato".
on. Aldo Preda
 
E' così difficile far comprendere ai sostenitori convinti - e non tecnici - del SI quanto sia mortale l'interessata politicizzazione del referendum, condivisa da centrodestra e Confindustria? E' così difficile far capire a Bertinotti, a Salvi, e alla FIOM, quanto sia più drammatico e importante del vanto che si può menare di "rappresentare" la sinistra antagonista e antiliberista, determinare l'ennesima divisione del mondo del lavoro e di quello politico nel centrosinistra? E' così difficile far comprendere ai sostenitori in buona fede della semplicistica "estensione dei diritti", come propagandano i Comitati per il SI, che ci sono altre strade sindacalmente e politicamente più fruttuose per acquistare e mantenere diritti pensando soprattutto a chi di diritti ne ha ancor meno? Se c'è un tratto distintivo, in questo momento, della sinistra è certo quello di saper complicare le cose semplici, e rendere fin troppo elementari (SI/NO) quelle più complicate. Il risultato? Dividerci su tutto e aiutare Berlusconi a nascondere manchevolezze politiche e di governo, e a rinsaldare i suoi debolissimi rapporti di utilità strumentale con artigiani, commercianti e imprenditori agricoltori, del cui consenso elettorale più d'uno tra di noi, nel sindacato e nel centrosinistra, pensa di poter fare a meno. Tanto siamo forti!
Salvatore Agnello
 
Ritengo pienamente condivisibile l'appello e lo sottoscrivo.
Valerio Zanellato, Inca-Cgil
 
Aderisco all'appello per l'astensione dal voto nel referendum sull'art. 18. Anche chi, come me, ritiene vi sia nell'ordinamento (italiano ed europeo) un diritto fondamentale dei lavoratori a non subire licenziamenti ingiustificati non può infatti non convenire sull'inadeguatezza della soluzione referendaria, da un lato, e, dall'altro, sulla premessa essenziale che gli stessi diritti fondamentali debbano avere forme di protezione modulate, e ragionevolmente adeguate alle differenti situazioni da tutelare.
prof. avv. Vittorio Angiolini
 
Aderisco alla campagna di astensione dal voto per il referendum . Vorrei, inoltre sollecitare tutti ad una attenta riflessione sulla conclusione della trattiva del contratto nazionale dei metalmeccanici, che divide ancora di più il mondo sindacale. Vorrei ricordare a tutti quello che mi ripeteva un vecchio compagno di fabbrica nella seconda metà degli anni '70: " Un pessimo accordo, se fatto da tutti, può diventare il trampolino per un avanzamento delle condizioni di vita e di lavoro dei lavoratori. Un buon accordo, fatto solo da una parte, può significare una grande sconfitta per tutto il movimento. Quello che definisce un sindacato, è la capacità di chiudere un accordo accettabile e dignitoso, ma quello che struttura il ruolo riformatore del movimento sindacale è la sua capacità di gestire l'accordo raggiunto, nella crescita complessiva del movimento." Erano gli anni del sindacato dei Consigli, certo, non si può vivere di ricordi, ma la memoria e la cultura del movimento sindacale dovrebbe far parte dei dirigenti sindacali che oggi firmano o non firmano un contratto nazionale di lavoro.
Giuseppe Biasco, dipendente Fiat Pomigliano d'Arco, ex Alfasud, che dopo 18 anni di lavoro sindacale, politico ed amministrativo è rientrato in fabbrica.
Ho girato il documento alle testate dei quotidiano locali per promuovere la sottoscrizione
Calcedonio Fausto Marchese, componenete della direzione provinciale dei ds e presidente di circolo Città Futura delle ACLI, Caltanissetta
 
Nel dare piena adesione all'appello condivido non solo tutte le motivazioni da voi addotte, ma aggiungo che non riesco a comprendere l'atteggiamento di quanti - avendo giudicato sbagliato fin dal suo nascere questo referendum - oggi dicono che "comunque" occorre votare e votare SI. O meglio: penso che esso si giustifichi solo sulla base di considerazioni tatticistiche che sottendono assai scarsa fiducia sia in se stessi che nei riguardi di quei lavoratori i quali, si dice, "non capirebbero". Sarebbe bene far capire, invece, con i comportamenti concreti, che le scorciatoie avventuristiche di quanti sono convinti d'aver ragione quanto di potersene infischiare delle ragioni altrui non pagano.
Carlo Turco
 
Aderisco all'appello per il non voto al Referendum sull'art. 18. Il non voto ad un questito referendario non può essere scambiato per disimpegno, o l'appello essere tacciato come diseducativo, in quanto, a differenza del voto alle elezioni, esso produce l'effetto giuridico dell'invalidazione del Referendum, che è anche quello più auspicabile per chi ritiene lo stesso addirittura dannoso.
Riziero Santi, Segretario Federazione provinciale Ds Rimini
 
Aderisco in maniera convinta all'appello di Pierre Carniti contro il referendum sull'art.18.
Everardo Minardi, Università di Teramo, Presidente della Fondazione Giovanni Dalle Fabbriche
 
Aderisco all'appello, per le ragioni che sono sostanzialente ben espresse nell'appello stesso. Sottolinerei alcuni aspetti: 1. La sinistra e il movimento sindacale hanno sempre respinto e combattuto la via referendaria a questi complessi temi sul lavoro: bisogna essere coerenti e farlo anche questa volta. 2. oltre l'inapplicabilità dell'eventuale sì, c'è un limite iniquo nel suo effetto: dare un po' di diritti (teorici) in più a chi ne ha già, senza dare alcuna risposta in termini di diritti a chi non ne ha, mi riferisco ai lavoratori parasubordinati, o, come vengono definiti nella proposta "Il lavoro per l'Ulivo" i "lavoratori economicamente dipendenti": i co.co.co. Per il voto nei referendum, a differenza delle altre consultazioni elettorali, ci sono tre possibilità: io scelgo l'astensione e la battaglia politica per "ampliare e difendere i diritti dei lavoratori".
Filippo Provenzano, membro Segreteria Provinciale Ds Torino
 
Sono il Sindaco del Comune di Casola Valsenio, in provincia di Ravenna. Aderisco anch'io all'appello di Trentin, Carniti, Benvenuto, Giugni, Gorrieri, per la non partecipazione al voto nel referendum del 15 giugno sull'art.18. Il referendum è una trappola, nella quale non si deve cadere. E' un colpo all'unità dei lavoratori e un regalo alla destra. La via da praticare è quella della lotta unitaria, per una legge che allarghi realmente diritti, tutele e protezione sociale ai tanti lavoratori che ne sono privi.
Giorgio Sagrini
 
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Giovedì, 15. Maggio 2003
 

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