Addio a Giuseppe Amari

Militante della Cgil nella componente socialista, uomo di vasta cultura, si è impegnato soprattutto nella raccolta e pubblicazione degli scritti di Federico Caffè, la cui visione dell'economia riteneva particolarmente utile per l'attività sindacale in favore dei più svantaggiati

Ci ha lasciato Giuseppe (Pino per gli amici) Amari, amico e compagno, da sempre impegnato nel porre la sua grande  cultura al servizio del mondo del lavoro e degli emarginati.

Perché ho deciso di farvi conoscere queste poche righe scritte con gli occhi umidi? Alcuni potrebbero leggervi quella componente ipocrita che si manifesta in tali circostanze tristi e magari trovarle stridenti con la contrapposizione profonda che ho avuto con Pino sulla vicenda Ucraina.
Ebbene ho conosciuto Pino circa 40 anni fa quando lui studente lavoratore discusse la tesi con me perché Federico Caffè, col quale aveva sostenuto due esami di Politica economica, andò fuori ruolo. Dopo la laurea il nostro rapporto si è consolidato perché ci univa la militanza sindacale Cgil, lui bibliotecario alla Banca di Roma, saldamente ancorato alla storica componente socialista della Cgil, ed io impegnato nella Cgil scuola, allora come autonomo prima di approdare alla componente comunista.

Al di là di questo importante legame un forte motivo di coesione si sviluppò perché lui aveva colto nell'opera di Caffè una visione dell'economia particolarmente feconda per il movimento sindacale.
Una conclusione analoga era stata del resto già raggiunta da Antonio Lettieri, sindacalista autorevole appartenente alla terza componente della Cgil, che da vari anni aveva stabilito un assiduo canale di confronto con Caffè al quale, partendo da un'angolazione molto diversa da quella di Pino, Antonio attribuiva evidentemente una capacità ispiratrice significativa della sua militanza ad alto livello allora nella Fiom e poi nella Cgil.

Allora si può capire la passione con la quale da allora Pino ha contribuito più di tutti noi a divulgare gli scritti di Caffè, raccolti anche in un catalogo disponibile presso la biblioteca del Dipartimento di Economia e Diritto della Sapienza.

Vi risparmio l'elencazione di tutte le occasioni in cui da allora abbiamo avuto modo di collaborare. Mi piace soltanto di comunicarvi come nel corso di questi anni ho scoperto che l'approfondimento particolare dell'opera di Caffè era parte importante, ma non esclusiva, di una formazione culturale straordinaria identificabile dal punto di vista politico nel filone liberal-'socialista, sempre presente, con risultati alterni, nella storia italiana del Novecento, e non solo. Tale formazione si accompagnava, tra l'altro, ad una produzione poetica personale e, mia scoperta più recente, ad una raffinata passione per la musica classica.

Molte cose belle potrei aggiungere sulla biografia intellettuale di Pino ma il punto essenziale che mi è parso utile condividere è che il rapporto molto spesso conflittuale tra noi non mi ha impedito di scrivere queste sincere scarne parole di necrologio a testimonianza del fatto che si possa coltivare un rapporto fecondo di rispetto reciproco anche quando il desiderio di svolgere un lavoro comunque utile per i tanti ultimi e penultimi del nostro mondo possa tradursi in scelte politiche molto diverse: il sottile ma anche profondo legame coesivo può esserci se si ritiene che il riferimento sincero dei nostri interlocutori sia il legame solidale con quegli ultimi e penultimi; nel caso di Pino non ho mai avuto dubbi.

Un abbraccio affettuoso alla famiglia.


 

Domenica, 5. Marzo 2023
 

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