Scontro ad alta velocità

Le motivazioni della rivolta della Val di Susa contro la linea Torino-Lione: non solo la valle è già congestionata, ma c'è un forte rischio per l'amianto. Inoltre ci sarebbe una soluzione alternativa
In questi anni, a partire dalla amministrazione Chigo che non ha mai voluto incontrare i sindaci della valle di Susa, tutte le istituzioni hanno sempre ignorato le obiezioni e le istanze della popolazione e degli amministratori della Valle. Si tratta di poco più di 60.000 abitanti, un'inezia; anche quando manifestavano in 20.000 due anni fa ed in 30.000 pochi mesi or sono.

Emerge così una questione più generale che fa riferimento a " Legge obiettivo" (quella dove sono state elencati le grandi opere da effettuare) e Infrastrutture Spa, la finanziaria di proprietà del Tesoro che si occupa del finanziamento di queste grandi opere.

Già nel luglio 2002 CGIL CISL  e UIL producevano un corposo e articolato documento di critica sia al meccanismo della Legge Obiettivo (centralizzazione, contraente generale, via libera  solo in base al progetto preliminare,...), sia ai rischi di debiti fuori bilancio attraverso la costituzione di Infrastrutture Spa, sia al lunghissimo elenco di opere definite strategiche (250), paventando numerosi rischi e avanzando proprie proposte.
 
L'Italia ha ricevuto il 30 marzo 2004 l'avviso di messa in mora per l'infrazione delle normative comunitarie relativamente all'espressione del giudizio di compatibilità ambientale sul progetto preliminare, al rispetto delle procedure partecipative e alla concessione delle autorizzazioni prima della progettazione definitiva previste dal decreto legislativo 190/2002.

Nel 2° Rapporto dell'Ufficio Studi della Camera sull'attuazione della Legge Obiettivo viene detto che: al 30.4.04 la spesa totale ipotizzata era di 53.240 milioni di euro, salito a aprile 2005 a 77.847 milioni di euro; il sistema dei valichi è interamente in progettazione; il programma TEN (reti transeuropee) ha un costo (o valore) complessivo previsto di 125,8 miliardi euro, ma il ministero dell'Industria e trasporti (in una sua comunicazione alla Corte dei Conti) lo valuta in 196,3 miliardi di euro; il finanziamento concesso dal CIPE per il nuovo collegamento ferroviario Torino-Lione (delibera 113/2003) è di 0 (ZERO) euro dal 2002 al 2006, prevedendo però 2.278 milioni per la tratta italiana. Sconosciuta è all'oggi la delibera del 3.8.2005 sulla Torino-Lione.
 
Si presumeva che ad un certo punto gli abitanti della Val di Susa non avrebbero potuto più resistere. Invece è maturata una opposizione dura, intransigente. Senti sindaci moderati dichiarare che lo fanno solo per i loro figli e per questo il prezzo da pagare personalmente non importa anche se può essere molto alto.

Nei due giorni di scontri i poliziotti abitanti in Valle polemizzavano con i colleghi che sono intervenuti; i pompieri, a partire dal loro capo, si sono rifiutati di illuminare la zona che la polizia doveva occupare dopo aver concordato con i sindaci che non avrebbero fatto nulla; una vigilessa veniva fermata dalla polizia, ai picchetti presenziavano quattro parroci (uno poi chiedeva di sapere come si fa sciopero). Questa resistenza - in assenza di dialogo - si spezzerà solo con operazioni di polizia e molti arresti (magari favorita da una provocazione di origine terroristica, la valle fu una culla di "Prima Linea" ed alcune cose sono già in movimento).

La Cgil si è espressa a favore dell'opera, ma voglio ricordare che nel giorno dei morti più di trecento pensionati di Condove hanno manifestato contro l'intervento della polizia presidiando la statale 25, che una insegnante della segreteria dei Ds del paese portava loro il caffè caldo, una che ha votato Epifani al suo congresso, che ha presentato un ordine del giorno sulla TAV e che ieri ha dichiarato - assieme ad altri insegnati  - che se la Cgil prosegue con questa posizione si può fare a meno di iscriversi alla Cgil.
 
Il rischio-amianto
 
L'opera comporta un intervento in una valle che ha già una ferrovia, una autostrada, due strade statali, due elettrodotti che la attraversano. L'opera comporta un tunnel tra Italia e Francia di 52 chilometri ed altri tre tunnel in valle per 40 Km: vanno scavati e movimentati decine di milioni di metri cubi di roccia, tutti sono convinti che la valle diventerà invivibile.

Due anni fa quasi cento medici di famiglia che operano nella Valle e nella Zona ovest dell'area metropolitana di Torino denunciarono i rischi derivanti dalla presenza di amianto nelle montagne della valle di Susa. È il tratto di Alpi con la maggiore concentrazione: un dirigente della Cisl mi ricorda che la montagna che sopporterà un tunnel di 22 Km è da sempre stata meta di ricercatori di rocce contenenti i fasci di fibre di amianto (avveniva prima della sua riconosciuta cancerogenicità); nella valle di Lanzo a nord  di quella di Susa c'era la più grande cava d'Europa di amianto a Balangero, nella val Sangone; a sud c'era la cava di Trana chiusa per la presenza di un tipo di amianto - la tremolite - che aveva provocato un inquinamento doppio del massimo consentito dalla normativa per gli ambienti di vita nell'aria della scuola del paese distante circa 800 metri. L'anno scorso si è sospeso lo scavo per la costruzione della pista olimpica per i bob per la presenza di amianto e si è dovuto cambiare sito. L'ingegner Lauria, il tecnico che ha fatto le rilevazioni ed i rapporti, è uno dei massimi esperti nazionali: è stato poi rimosso dalla Regione dall'incarico di responsabile per gli inquinamenti ambientali da amianto.

Si può lavorare e scavare in sicurezza? Si, basta lavorare in ambienti depressurizzati e con scafandri: una volta lo si faceva nelle Officine Grandi Riparazioni delle ferrovie per le carrozze ferroviarie e, per ragioni di costi, le Ferrovie hanno quasi fermato i lavori. Si può fare ma aumenterà notevolmente i costi.
 
Per una galleria di 44 Km sotto la Manica si è assistito a due fallimenti della società di gestione, il valore attuale delle azioni è pari al 2% di quello iniziale, negli ultimi due anni il bilancio della società Eurotunnel ha avuto un deficit di 1,5 miliardi di euro e, l'anno dopo, "solo" di 800 milioni.
 
Quali sono i volumi di traffico e come cambieranno dopo che il corridoio a Nord entrerà in attività? Oggi è meglio conoscere due dati:
1. dalla valle di Susa passa un terzo del trasporto merci transalpino italiano
2. di questo terzo solo una fascia di merci che va dal 4 al 12% proviene dal sud della Francia e dalla penisola iberica, il resto viene dal Nord della Francia, dall'Olanda e dall'Inghilterra.
 
La situazione produttiva europea prevede una esplosione dei volumi di merci? È difficile pensarlo.
 
L'altra ipotesi
 
Esiste già la linea ferroviaria del Frejus. Era ad un binario sino al 1970, è diventata a due binari con la richiesta di Cgil, Cisl e Uil della piattaforma unitaria dopo la crisi petrolifera del 1973. Non si tratta di raddoppiarla, si tratta di potenziarla:
a) automatizzando la linea in modo analogo al tratto tra Milano e Bologna per garantire una capacità di traffico di 220 convogli al giorno;
b) abbassando il piano del ferro nelle gallerie per garantire il passaggio di tutti i tipi di carri, soprattutto quelli con i rimorchi od i camion sopra (già oggi un terzo passa così);
c) velocizzando la linea con alcuni nuovi tracciati e nuove gallerie;
d) tutto ciò comporta una spesa pari ad un ottavo di quella prevista: 30 miliardi in meno di euro e 80 minuti in più di tempo tra Torino e Lione.
 
Infine: l'Italia ha i soldi? L'Europa dei 25 ha i soldi? La commissaria europea ai Trasporti Loyola de Palacio è spagnola e ci tiene, ma non è un affare privato.
Ed ancora, quali sono le priorità nazionali, abbiamo ancora un sistema ferroviario e del trasporto nazionale degno di questo nome? I collegamento con il Sud vanno bene? Ed ancora, e dopo ci sono i soldi per la ricerca e l'innovazione, per una politica industriale? Per una politica sociale? Cosa ci lascia il governo Berlusconi?
Venerdì, 18. Novembre 2005
 

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