Bankitalia, non capisco

Un'analisi delle critiche al governatore e un tentativo di suscitare un dibattito su questa vicenda che ancora non c'è stato, visto l'orientamento a senso unico dell'opinione pubblica. E anche un invito alla cautela di fronte a un'istituzione importante per il paese
Premetto che queste mie riflessioni vogliono essere un contributo a favore di chi è un po' frastornato dal chiasso mediatico e vorrebbe farsi un'idea dei problemi e degli interessi coinvolti. Non ho una tesi da sostenere e nel corso delle mie riflessioni ho cercato di portare argomenti più che emettere giudizi. Non intendo convincere nessuno e neanche vorrei che mi si attribuisse un giudizio di parte. Forse debbo confessare che la mia unica preoccupazione è quella di richiamare l'attenzione sui danni che si possono compiere ad una Istituzione se si continua a ragionare sulle riforme in termini di breve periodo ma soprattutto se si personalizza visto che le istituzioni non dovrebbero essere soggette agli eventi politici . I danni provocati dal provincialismo  della nostra classe politica (spoil system, devolution,  privatizzazioni indiscriminate, ecc.) sono noti: si prendono come riferimento le esperienze straniere e quindi si compiono continui adattamenti che rendono il risultato finale incomprensibile e le  cosiddette riforme delle povere orfanelle.
 
LE RAGIONI
Numerose  ragioni possono essere addotte per spiegare la pressante richiesta di dimissioni. Le mie riflessioni partono dal presupposto che le ragioni a favore delle dimissioni siano corrette, logiche ed argomentate, ma da parte mia ho voluto aprire undibattito del quale non vi è traccia  nei giornali e nelle televisioni
 
Le ragioni giuridiche
1. Ha commesso un grave reato e/o ha commesso un grave illecito amministrativo
Non risulta. Quando è stato indagato è stato in seguito prosciolto e recentemente  il TAR ha dato ragione alla Banca d'Italia quando ha verificato la correttezza del processo istruttorio e decisionale.
Forse qualcuno ritiene che le intercettazioni imbarazzanti siano una prova e che il processo sui giornali sia l'unica forma di giustizia. Pensavo che questo brutto periodo fosse stato superato ma mi sbagliavo.
 
Le ragioni economiche
2. Ha creato le condizioni dell'attuale crisi economica e finanziaria perché il sistema Italia ha perso credibilità.
Nessuna persona competente può addossare a Fazio la responsabilità dell'attuale situazione di difficoltà dell'economia italiana ed è strano che il ministro dell'Economia, certamente responsabile per la sua parte, possa interessarsi del problema degli assetti proprietari di due banche medie e trascuri i problemi economici più gravi  che emergeranno nella prossima finanziaria.  Peraltro la politica monetaria è passata alla BCE per cui il tema teorico della credibilità della politica monetaria non è in discussione e non mi risulta che rientri nei modelli della politica di Vigilanza che ha altri strumenti per risultare credibile.
 
3.  E' un avversario del libero mercato
Certamente Fazio non ha una linea di politica economica divergente rispetto a quanto predicato dagli organismi internazionali e dai cosiddetti grandi economisti americani, anzi. Il protezionismo nei confronti del nostro sistema bancario  mi sembra sia transitorio, collegato al  rafforzamento degli operatori nazionali prima di aprire alla concorrenza. Discutibile, certamente, ma il nazionalismo è largamente condiviso da Francia, USA, Germania, Spagna, ecc. Abbiamo già subito questa campagna degli illuminati liberalizzatori ai tempi delle privatizzazioni e gli attaccanti erano gli stessi ed anche gli interessi in gioco erano gli stessi. Certo i guadagni per i partecipanti al grande gioco sono stati rilevanti ma gli aspetti di benessere sociali sono stati solo sbandierati. La simultaneità dell'azione su BNL e Antoveneta e le forze in campo, italiane ed estere,  dimostrano  che si tratta di una prova tecnica di resistenza  nei confronti delle autorità monetarie  e di  un sondaggio politico sul grado di accettazione del possibile nuovo assetto proprietario del sistema bancario italiano ed in prospettiva anche di quello assicurativo.
 
Le ragioni sociali
4. Il popolo non riconosce in Fazio un leader ed anzi lo considera incapace
Nonostante la martellante campagna di stampa non mi  sembra che il popolo sia particolarmente interessato al problema Fazio ed il tentativo di distogliere l'attenzione delle persone dai problemi serissimi che abbiamo per dirottarli su un problema economico marginale come Antoveneta e BNL non mi sembra abbia successo. Mi sembra che questo problema venga percepito come uno scontro di potere e la modesta tiratura dei giornali ed il loro conformismo avallano questa tesi.  Il tema del danno ai risparmiatori mi sembra strumentale e semmai riferibile ai casi Argentina,  Cirio e Parmalat dove il sistema delle banche estere ha giocato un ruolo rilevante, come risulta agli atti, ma le autorità dei Paesi coinvolti  non sembra siano molto interessate.
 
Le ragioni politiche
5. E' avversario del governo in carica. Si comporta in modo scorretto nei confronti dell'opposizione
La sua posizione nei confronti del governo è stata ondivaga ma le sue tesi sono state sempre ferme e coerenti, non per questo sempre condivisibili. Ha dimostrato indipendenza di giudizio e equidistanza. In compenso l'opposizione lo ha sempre considerato un avversario, tenace, duro, poco politico e ha utilizzato le eventuali  difficoltà di rapporto fra Fazio ed il governo per mettere in difficoltà  la maggioranza.  Portare lo scontro politico sulla lotta per il controllo  di una banca privata dimostra che l'indipendenza della banca  centrale è un tema che va affrontato con chiarezza e lungimiranza  senza furbizie occasionali. Questo aspetto avrebbe dovuto suggerire prudenza a Fazio visto che  il sistema bancario italiano privilegia il potere piuttosto che il profitto e l'efficienza.
 
Le ragioni umane
6. Ha perso la capacità di giudicare e si dimostra arrogante. Inoltre ritiene di essere guidato nelle sue azioni dal suo credo
E' difficile dimostrare questa tesi perché semmai ha troppa capacità di giudizio, per alcuni, per cui non si fa consigliare da nessuno. Certo può essere un difetto ma diffuso. Indubbiamente è testardo, intransigente ed individualista  ma ammesso che questi siano difetti, veri o presunti, sarebbe il caso di verificare se effettivamente questi difetti siano presenti e se alcuni di questi non siano  pregi. Per quanto riguarda l'aspetto religioso non vale la pena discuterne perché la dottrina sociale della Chiesa non gli ha impedito di seguire schemi e modelli distanti da questa  ma coerenti con le linee guida delle principali banche centrali dei paesi sviluppati. Per quanto riguarda l'etica in Italia se ne parla molto ma ognuno fornisce la sua definizione;  su  questo punto  non ho raccolto critiche  ma forse anche i suoi avversari hanno qualche peccatuccio da farsi perdonare ed è umano e molto cristiano.
 
Le ragioni del potere
7. Esercita il suo potere in modo dispotico ed arrogante e si rifiuta di dialogare con il potere economico
Certo è testardo e convinto dell'efficacia della sua politica e quindi non è disposto a venire a patti con gli altri poteri economici e difende il ruolo ed i poteri  della Banca d'Italia anche nei confronti dell'estero poiché molti  cercano di approfittare della nostra debolezza politica, economica ed istituzionale per modificare gli assetti di potere attuali.  Fazio ha dimostrato di selezionare non sempre in modo oculato le possibili alleanze, ed è un difetto, in compenso vede benissimo le alleanze fra poteri nazionali e poteri multinazionali e ne valuta le conseguenze, non sempre positive. E' comunque prassi indiscussa che prima di scatenare un conflitto bisogna pesare bene le forze in campo e specialmente gli alleati,  perché i giochi di potere non forniscono come unica soluzione il conflitto ed in ogni caso non bisogna mettere mai a repentaglio l'Istituzione anche se questo implica rinunce  personali.
 
Le ragioni del suo ruolo
8. Ha commesso delle gravi infrazioni nell'assolvimento dei compiti assegnati dalle norme alla Banca
Non risulta e la compattezza del Direttorio dimostra che non ci sono state infrazioni; semmai ci può essere stato  un eccesso di leadership ma sempre nell'ambito delle regole vigenti che assegnano al Governatore un ruolo egemonico. Temo che l'equivoco consista proprio nel chiarire il ruolo della Banca d'Italia alla quale compete il compito di tutelare il risparmio nel presupposto che stabilità ed efficienza del sistema finanziario rappresentino condizioni essenziali per lo sviluppo del Paese. In particolare gli obiettivi della Vigilanza sono la sana e prudente gestione degli intermediari, la stabilità, l'efficienza e la competitività  del sistema,  infine la concorrenza viene tutelata e promossa quale condizione necessaria di efficienza e di solidità del sistema bancario e finanziario.

Nell'ambito di questi obiettivi è difficile inserire i termini dell'attuale scontro salvo sul punto della sana e prudente gestione ma le informazioni citate a riguardo sono simulazioni su ipotetici sviluppi futuri. Il riferimento alla maggiore concorrenza potenziale dovuta  ai nuovi assetti proprietari si scontra con la posizione di  potere detenuto dalla due banche estere nei consigli di amministrazione delle due banche italiane ma in generale  con l'esperienza delle banche estere in Italia. Del resto la concorrenza non rientra fra gli argomenti privilegiati  dal capitalismo italiano  visto che è in atto un movimento verso i settori protetti.
 
9. Non ha svolto le sue funzioni in modo imparziale e ha approfittato della sua carica per favorire i suoi amici
Questa è l'accusa più comune e più scottante ed è basata su notizie di stampa, su informazioni di parte a tutela degli interessi delle banche straniere entranti, su una  difesa  priori del  mercato unico che è continuamente vulnerato, di una presunta indipendenza e capacità di giudizio dei giornali inglesi che hanno in Italia interlocutori potenti. Fazio ha agito in modo coerente con le sue idee ripetutamente manifestate per cui era prevedibile lo scontro qualora ci fosse stata la prova di forza. Inoltre ha usato i poteri che la legge gli assegna e ha giudicato sulla base della documentazione a sua disposizione.  
 
Certo la sua strategia ed i suoi interventi possono essere criticabili ma non mi risulta che la Banca d'Italia abbia finanziato le banche italiane che si opponevano alle banche straniere e non mi risulta che la Banca non sia stata doverosamente in contatto con le banche centrali dei paesi di provenienza delle banche entranti. In passato la Banca d'Italia è intervenuta per evitare possibili crisi di primarie banche italiane con azioni di sostegno che si contrapponevano agli effetti provocati dal mercato e/o dalla proprietà. Le banche italiane in passato hanno aderito a questi interventi selettivi e anche in questo caso non hanno criticato l'operato della Banca. Del resto una rassegna degli eventi mostrerebbe che Fazio non ha esitato a contrastare i disegni di un suo amico e questo non lo ha certo favorito nella sua battaglia.
 
Nel caso Abn Amro e BNL  qualche azionista si è considerato danneggiato dal presunto comportamento del Governatore ed ha protestato, ma sono interessi particolari anche se camuffati da valori collettivi. La stragrande maggioranza degli azionisti ha respinto le proposte di Bbva e di Abn Amro senza aver subito imposizioni e/o vincoli alla scelta.  Certo può sempre arrivare il giustiziere misterioso che mette le cose a posto obbligando a fare quello che il mercato aveva rifiutato. Gli italiani, tengono famiglia,  come è noto, ma gli interlocutori stranieri non guardano troppo per il sottile quando conviene loro.

Le relazioni internazionali
10.  I nostri partners ritengono che Fazio sia incompatibile con la permanenza dell'Italia nell'UE e nell'UEM
Dai tempi del nostro Medioevo e poi sempre, sino ai nostri giorni, gli scontri di potere all'interno del Paese vedono un fiorire di alleanze con i poteri  esterni: i risultati non sono sempre stati compatibili con gli interessi dell'Italia ma si cerca di diluire questa idea di Nazione  in un ambito più ampio che si ritiene consentirà agli interessi particolari di prevalere. Ne discende che si trova sempre all'estero un possibile alleato per dimostrare la rilevanza dello scontro e la purezza degli interessi da difendere fedeli al principio che è meglio favorire l'imperatore piuttosto che accettare un aumento del potere  di un concorrente.

Non mi risulta che ci siano posizioni ufficiali sul comportamento di Fazio e semmai vi è stata una valutazione positiva delle ragioni prospettate dalla Banca, nei limiti della documentazione esibita nonché la riaffermazione dell'indipendenza della Banca centrale dal potere politico.

Per quanto riguarda i mercati finanziari non vedo perché si debba enfatizzare il disappunto delle banche sconfitte e dei loro sostenitori e non si debba citare il ruolo delle banche estere che hanno finanziato le banche italiane per contrastare le cordate avversarie.  Forse vi era stata una valutazione positiva delle probabilità di successo anche se le banche finanziatrici si erano giustamente tutelate. Del resto questa visione antropomorfa dei mercati mi ha sempre lasciato molto dubbioso e preferisco fare riferimento ai mercanti.
 
Le relazioni personali
11.  Frequenta persone di dubbia moralità ed è sodale con queste.
Questo è un tema molto delicato perché si rasenta la calunnia, il pettegolezzo, ecc. I fatti non giustificano questa posizione e un'indagine della magistratura non condanna, a priori, l'indagato e tanto meno un amico dell'indagato. Il fatto che i suoi cosiddetti amici abbiano ricevuto sanzioni a seguito di ispezioni e di fatti emersi segnala che l'amicizia non ha fatto venire meno la capacità di giudizio.  Inoltre gli sviluppi della vicenda non fanno emergere delle amicizie particolarmente potenti, anzi. Certo ci possono essere posizioni più severe in relazione a giudizi etici, ma un Paese che ha un presidente del Consiglio plurindagato e chiacchierato non può permettersi di dare giudizi a priori sulle amicizie e parlare di credibilità del Paese. In questo senso i giornali italiani, a cominciare dalla proprietà, dovrebbero fare un esame di coscienza.
 
E', invece, criticabile la mancanza di prudenza nell'associare amicizie e ruoli istituzionali perché si rischia, come è avvenuto, che lo scontro personale coinvolga l'Istituzione e questo è   un argomento che deve essere tenuto presenta da tutti, amici ed avversari.
 
GLI ERRORI STRATEGICI
La discussione andrebbe centrata su questi temi che hanno una rilevanza generale ma solo  un Paese di giuristi e di giudici mancati può ritenere talmente rilevante l'argomento delle OPA e delle OPAS di due banche di medie dimensioni da coinvolgere tutti giornali e le  televisioni, mentre i problemi economici rilevanti vengano trattati in modo superficiale e populistico. Purtroppo, la teoria e la pratica suggeriscono che quando si assiste ad  uno scontro nel quale sono coinvolti  sia interessi particolari cheinteressi collettivi, sono i primi ad attrarre l'attenzione e a suscitare dibattito. A quel che mi risulta i comportamenti di Fazio sono questi:
 
- Difende la proprietà delle banche italiane e controlla che i proprietari non bancari non godano di una posizione di comando.
- Impedisce che le fusioni avvengano senza un preciso piano industriale e richiede che la strategia non sia speculativa 
- Impone una visione di sistema basata sulla concorrenza dinamica per evitare che la  crisi di una  banca  possa minare la fiducia dei risparmiatori ed ostacolare il finanziamento delle imprese, specie quelle di piccole e medie dimensioni.
- Il finanziamento delle PMI è realizzato specie  dalle banche di medie dimensioni a carattere locale che a loro volta hanno accesso al risparmio locale ed invece le grandi imprese operano con le grandi banche e si possono finanziare sui mercati internazionali. 
- Accusa gli industriali di scarsa innovazione, di uso speculativo degli extra profitti e di scarsa attenzione agli interessi economici del Paese
- Insiste sul riequilibrio dei conti pubblici, sulla riduzione del debito pubblico e sulla riforma del sistema pensionistico
- Difende l'autonomia e l'indipendenza  della Banca d'Italia e la discrezionalità. Non sempre questa discrezionalità è o può essere adeguatamente motivata.

Non tutte le linee strategiche sono condivisibili da tutti ma certo non sono cervellotiche. Se non sono condivisibili ( da parte della maggioranza, dell'opposizione, dei laici, dell'associazione dei consumatori, dei sindacati, chi decide la rilevanza?) e lui insiste, che cosa si deve fare? Prima di tutto si dovrebbe chiedere di esporre queste strategie e di motivarle adeguatamente, e poi si dovrebbe riscontrare la coerenza fra  strategie e azioni correnti in modo da aprire un dibattito vero nelle sedi opportune. Se, invece, non si ritengono accettabili si modificano le norme che gli attribuiscono questi poteri e il dibattito si svolge in Parlamento ed in pubblico e non nei salotti.
 
Il rischio è quello di usare strumentalmente l'attacco personale per indebolire l'Istituzione. Se non si è in grado di modificare le norme perché la maggioranza non è convinta delle scelte suggerite non si può e non si deve ricorre a tecniche di pressione tipo Tangentopoli anche perché ci troviamo in una situazione diversa ed è strano che i cosiddetti difensori del mercato accettino questa ingerenza della magistratura. Spero che da questa esperienza negativa si tragga l'insegnamento di riprendere una saggia tradizione di colloquio e di comunicazione fra la Banca d'Italia e i mass media con un atteggiamento positivo e critica da entrambe le parti nei limiti dei  propri ruoli e degli  interessi pubblici da tutelare.

In compenso si osserva che :
a) Non si discutono i temi economici  rilevanti  e non si parla della finanziaria elettorale
b) Si distrugge un'istituzione nei suoi principi, nelle sue regole e nei suoi uomini
c) Si stabilisce il principio che la stampa può decidere la struttura istituzionale di un Paese
d) Si discute il tema della proprietà delle televisioni ma non si parla mai della proprietà dei giornali: eppure qualche riflessione andrebbe fatta  a riguardo
e) Si accetta che la magistratura possa influire sugli assetti proprietari senza dovere giustificare il suo intervento e senza assumersi la responsabilità delle conseguenze
f) La credibilità è un dogma basato sugli articoli di giornali ma penso che nell'italiano medio questo possa suggerire anche l'idea del complotto con lo stesso rigore analitico. In effetti c'è abituato.
g) Si sapeva che il periodo pre elettorale avrebbe avuto degli episodi incresciosi ma penso che nessuno immaginasse che vi sarebbe stato  un accordo trasversale  su un tema che mette in discussione un'Istituzione tecnica. Strano!
h) Non si da voce alla difesa o almeno a quelli che hanno un legittimo dubbio e si da voce solo a quelli che appoggiano la strategia di estromissione; ma forse ci troviamo nell'ennesimo caso di sostegno al vincitore atteso
i) Il dopo Fazio non viene definito e le candidature sembrano solo di facciata perché è impensabile che si possa stabilire il nuovo assetto della Banca sulla base di un accordo che non c'è stato finora e non vedo come possa esserci nel prossimo futuro. Sarà interessante il braccio di ferro fra Ciampi, governo ed opposizione sul nome dell'eventuale  nuovo Governatore in periodo preelettorale .
j) Nei momenti di difficoltà un'istituzione dovrebbe  dimostrare compattezza  nel suo vertice, come si è osservato,   ma anche nei suoi uomini. Il vertice deve e essere pronto a difendere i suoi uomini  anche a costo di penosi sacrifici personali ma sua volta la struttura dovrebbe preoccuparsi di difendere l'Istituzione e non comportarsi come i polli di Renzo.  Nel caso in esame  si osserva che alternativamente si lusingano alcuni e  si mettono alla berlina tutti i dipendenti nella speranza di suscitare comportamenti poco corretti per acquisire informazioni e alimentare conflitti. La storia recente ci ha mostrato i danni irreparabili causati da queste tattiche spregiudicate
 
CONCLUSIONE
Queste riflessioni  mi sono state  suggerite dalla lettura dei giornali più diffusi che debbono essere bene informati visto che non hanno dubbi ed esprimono tutti le stesse opinioni. Il mio contributo  teorico al dibattito si limita a ricordare che un intervento di politica economica richiede una tempistica che è incompatibile con il protrarsi del conflitto alla ricerca del consenso sulle azioni da svolgere;  mi auguro che coloro i quali hanno sollevato ed alimentato il conflitto abbiano tenuto conto di questo aspetto.

Non intendo dare un giudizio, cerco solo di capire, del resto il mio giudizio non lo chiede nessuno ma in compenso non l'ho delegato a nessuno. Ammetto di essere perplesso e di solito sono portato ad andare contro corrente come tecnica di analisi.  In effetti invidio tanti valenti economisti, politici, giornalisti, ballerini e saltimbanchi che invece sanno sempre cosa fare nell'interesse superiore del Paese. Io, invece,  non capisco.
Lunedì, 19. Settembre 2005
 

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