Il sommerso dilaga ma crollano ispezioni e incassi

Lettera aperta al ministro del Lavoro. Nel 2011 nelle aziende controllate circa il 40% dei lavoratori era irregolare o del tutto in nero; nell’anno le ispezioni sono state 244.000, mentre erano oltre 343.000 nel 2007. Le somme riscosse sono circa il 20% dell’accertato e sono scese nello stesso periodo da 1,855 a 1,225 miliardi di euro

Gentilissima ministro del Lavoro, professoressa Elsa Fornero


Nei giorni scorsi è stato reso noto il Rapporto annuale sull’Attività di vigilanza in materia di lavoro e di legislazione sociale per il 2011. I dati contenuti sono quelli complessivi che emergono dalle risultanze ispettive dei controlli effettuati dagli Ispettori del ministero del Lavoro, dell’INPS, dell’INAIL e dell’ENPALS. La tabella che segue riassume tutti i risultati dell’attività ispettiva per l’anno 2011, e ci consente una lettura immediata di tutti i fenomeni.
 
 
I dati più rilevanti che emergono sono i seguenti: le 244.170 ispezioni ad altrettante aziende ci dicono che tra esse 149.708 sono irregolari, che ci lavorano 278.268 lavoratori irregolari e che, di essi, 105.279 sono lavoratori totalmente in nero. Il totale dei contributi evasi, da recuperare,  è di circa 1,255 miliardi di € (la cifra esatta è in tabella) per il solo 2011. Se ai 105.279 lavoratori totalmente in nero sommiamo anche quelli scoperti dalla Guardia di Finanza il numero complessivo diventa 117.955.

Tentiamo una semplificazione: per ogni 100 aziende ispezionate, il 61% sono irregolari ed hanno un numero di lavoratori irregolari di cui il 38% sono totalmente in nero. Il Rapporto sul 2011 ci dice che i lavoratori in nero (117.955) sono diminuiti rispetto al 2010 (erano 151.000) a causa della nuova normativa - art. 4 Legge n. 183/2010 - che limita l’applicazione delle sanzioni solo al lavoro subordinato e non più anche a quello autonomo.

Inoltre, per il Rapporto, incide la crisi: meno occupati in generale vorrebbe dire anche meno occupati nel sommerso (?). Ma gli occupati in nero si sarebbero ridotti anche per la diffusione di contratti flessibili (principalmente quelli intermittenti ed accessori, in particolare nel Nord Est e Nord Ovest); ci sarebbe stato, dice il Rapporto, uno “spostamento del fenomeno del lavoro irregolare dal totalmente nero a fattispecie elusive e simulatorie dei rapporti di lavoro subordinato a tempo pieno indeterminato, mediante l’uso delle indicate tipologie flessibili.” Infatti i contratti di lavoro intermittente passano da 211.352 nel 2009 a 522.445 nel 2011 (+247%), principalmente nel Lazio, Campania e Calabria. Per il lavoro occasionale accessorio si vendono “vouchers”  dal 2008 al 2011 per un totale di più di 27,750 milioni di unità, ma in particolare si vede che i vouchers erano 2,568 milioni nel 2009 e  diventano addirittura 11,767 milioni nel 2011!
 
Su un dato il Rapporto ci lascia inquieti: quando parla del recupero contributivo nel 2011, ci dice che esso rimane sostanzialmente stabile, anche se flette del 13% (?) ed è di circa 1,225 miliardi di € per il solo 2011. Ma ci viene subito detto che questo dato è riferito alle somme “accertate” e non a quelle “riscosse”, perché il riscosso medio si aggirerebbe sul 20% dell’accertato. Questo significa forse che se io non pago, ad esempio, 100 € di contributi  potrò cavarmela pagandone 20? Il ministero del Lavoro e gli Enti competenti dovranno spiegare meglio questo aspetto del recupero dei contributi evasi.
 
Ho esaminato solo i dati che vanno dal 2007 ad oggi, gli unici presenti nel sito del ministero, individuando che i contributi evasi da recuperare nei 5 anni , 2007-20011, ammontano a circa  8,363 miliardi di €. Se fosse valido per tutto il periodo il rapporto accertato - riscosso, spiegato per il 2011, vorrebbe dire che di quegli 8,363 miliardi ne sarebbero entrati solo circa 1,672?
 
A parte questo aspetto assolutamente da chiarire  -  per non allargare ancor più il buco nero dell’evasione fiscale e contributiva che contraddistingue il nostro paese  -  si potrebbe dire che il Rapporto presenta una situazione positiva con un buon contrasto all’illegalità. Ma in realtà, il giudizio non può essere questo, perché se noi confrontiamo i Rapporti dell’attività ispettiva nei vari anni, vediamo una situazione ben diversa. Ci riferiamo ai dati dei 5 Rapporti con le serie storiche 2007 - 2011, le uniche pubblicate sul sito del ministero del Lavoro, Direzione generale per l’Attività  ispettiva.
 
Il dato più evidente che appare è che negli anni il numero delle ispezioni è sceso dalle 342.363 nel 2007 alle 244.170 nel 2011. E gli effetti si vedono. Le 342.363 ispezioni nel 2007 hanno significato trovare 218.023 aziende irregolari con 276.275 lavoratori irregolari e con 140.555 lavoratori totalmente in nero, mentre il recupero contributivo è stato di  1,855 miliardi di €. Di contro le 244.170 ispezioni del 2011 (quasi 100.000 in meno rispetto al 2007), hanno dato i risultati visti e cioè 149.708 aziende irregolari con 278.268 lavoratori irregolari di cui  105.279 totalmente in nero. Il recupero contributivo scende a 1,225 miliardi di €.
 
C’è stato un crollo delle ispezioni, soprattutto negli ultimi 2 anni, il 2010 e 2011. Infatti dalle 342.363 ispezioni del 2007 si passa alle 315.170 per il 2008, 303.691 nel 2009, 262.014 nel 2010 e 244.170 nel 2011. Di conseguenza i lavoratori totalmente in nero scoperti scendono dai 140.000 circa del 2007 ai 105.279 del 2011. I contributi evasi recuperati vanno da 1,855 miliardi di € del 2007, 1,942 miliardi nel 2008, 1,924 miliardi nel 2009, 1,417 miliardi nel 2010 ed ai 1,225 miliardi di € del 2011.
 
Dentro questi Rapporti si leggono cifre ancora più preoccupanti, come ad esempio quelle relative alle ispezioni dell’Inps: 114.360 ispezioni nel 2007, 29.389 nel 2008, 27.218 nel 2009, 24.584 nel 2010 e 21.201 nel 2011. Di conseguenza si passa per l’Inps da circa 1,5 miliardi di € di recuperato nel 2007 ai 981 milioni del 2011. Penso si possa parlare di un vero arretramento dell’investimento dell’attività ispettiva nel periodo considerato, 2007 - 2011. Ad esso si collega una riduzione delle risorse recuperate dall’evasione di contributi previdenziali.
 
E’ interessante notare che mentre scende il numero di ispezioni, continuano ad essere molto alti i riscontri di illegalità. Questo significa che se aumentassero i controlli,  il contrasto all’illegalità potrebbe essere ben più ampio. Se poi veniamo al recupero contributivo rispetto agli anni 2007- 2008-2009, il dato recuperato nel 2011 è inferiore di quasi 700 milioni di €. Nella situazione economico finanziaria del paese e con il nostro debito pubblico, 700 milioni di € in più all’anno non sarebbero poca cosa.
Rimaniamo in attesa di una risposta dal governo e dall’Amministrazione, circa l’effettivo pagamento delle somme accertate di evasione contributiva. E, per concludere, poniamo ancora un quesito al ministero.
 
Nel Rapporto 2011 si dice che “il totale delle 244.170 aziende ispezionate rappresenta un campione appena superiore al 10% dei circa 2 milioni di aziende esistenti, censite presso gli istituti previdenziali”. Dai dati Istat - Archivio statistico delle imprese attive, anno 2010 - risultano presenti in Italia 4.470.748 imprese con 17.510.988 dipendenti. Non risulterebbero censite quindi dagli istituti previdenziali circa 2.470.748 imprese che rappresentano all’incirca il numero di quelle (la differenza è di circa 120.000) che vanno fino a 1,49 dipendenti, la classe di addetti 1 dell’Istat. In effetti le imprese di questa classe nel 2010, sono state 2.594.698.
 
Potrebbero essere considerate una realtà marginale ai fini dei nostri ragionamenti, se esse non rappresentassero un numero di dipendenti pari a 2.600.095, quasi il 15% (14,85%) di tutta l’occupazione dipendente italiana. Sapendo che questa tipologia di impresa è quella più a rischio per le tutele contrattuali, per i contributi previdenziali, per il nero ed il “grigio” diffuso, cosa intende fare il ministero, unitamente agli istituti, per controllare ed ispezionare  -  ovviamente in modi e forme diverse dall’attività già svolta per le altre imprese di dimensioni maggiori di queste  -  quelle che risultano essere il 58,04%  delle imprese italiane, con quasi il 15% di occupati totali?
La ringrazio dell’attenzione che Ella vorrà rivolgere alle nostre note.

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Nota
Si fa riferimento ai Rapporti 2007 - 2011 e ad altri materiali sull’attività ispettiva reperibili sul sito:
http://www.lavoro.gov.it/Lavoro/md/AreaLavoro/vigilanza/risultati/
Mercoledì, 18. Aprile 2012
 

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