Se la monnezza diventa oro

In Svezia il business delle biomasse ricavate dalla spazzatura genera ingenti profitti. La materia prima è talmente ricercata che le imprese cominciano a rivolgersi all'estero a chi ne ha in abbondanza e pare che (non stupisce) si rivolgeranno a Napoli. Un articolo del giornale polacco Polityka tradotto e diffuso da Presseurop

Esattamente cento anni fa la Svezia inaugurava il suo primo inceneritore di rifiuti. Da allora questa industria è diventata la principale fonte di energia svedese, davanti al petrolio e al gas. Queste strutture forniscono più energia delle fonti idrauliche e nucleari messe insieme.

Le biomasse, composte da rifiuti vegetali e animali (e anche umani) sono largamente utilizzate nella produzione di elettricità e di calore. La maggior parte delle città svedesi è riscaldata attraverso centrali termiche alimentate direttamente dalla combustione di rifiuti o dal biogas prodotto a partire da questi ultimi. Il riscaldamento della capitale svedese dipende soprattutto dalla centrale di cogenerazione di Högdalen e da alcuni strutture minori situate nelle immediate vicinanze delle abitazioni. Questi impianti non hanno mai provocato le proteste della popolazione. I responsabili della centrale di Högdalen sottolineano spesso che il gas che esce dalle loro ciminiere contiene la stessa quantità di sostante tossiche del fumo di tre sigarette. E gli ispettori incaricati della protezione dell'ambiente confermano questo dato.

In Svezia solo l'1 per cento dei rifiuti va in discarica. Si tratta per lo più di sostanze pericolose, chiuse in contenitori ermetici che impediscono la contaminazione dell'atmosfera o delle falde freatiche. Stoccolma è stata la prima città dell'Unione europea a ricevere (nel 2010) l'etichetta di "capitale verde" d'Europa. Il quartiere di Hamamrby Sjöstad è diventato un biglietto da visita che viene esibito volentieri agli esperti e ai turisti. Questo quartiere, che conta diverse decine di migliaia di abitanti, raggiungerà a breve l'autosufficienza energetica. Già adesso tutti i rifiuti domestici e le acque scure sono convogliati verso le stazioni di riciclaggio per essere trasformate in biocarburante, utilizzato poi dalla vicina centrale termica. Potenti pompe attingono il calore dalle acque del canale che collega il lago Mälaren, sul quale si trova la capitale, con il mar Baltico. Tutto ciò avviene a solo quattro chilometri dal centro di Stoccolma, nelle ex zone industriali e portuali.

La filiera del riciclaggio del rifiuti beneficia di agevolazioni fiscali e produce profitti così consistenti che i rifiuti cominciano a mancare. Già da anni Göteborg va a cercare rifiuti fino nella capitale norvegese dell'industria petrolifera, Stavanger. Ma anche la Norvegia, nonostante sia ricca di petrolio e gas, si è convertita all'utilizzo dei rifiuti come fonte di energia.

Così l'attenzione degli svedesi si è rivolta a Napoli, città letteralmente sommersa dai rifiuti. Fonte di problemi per gli italiani, i rifiuti sono una vera miniera d'oro per la società svedese-norvegese che prevede di comprarne fino a un milione di tonnellate all'anno, pagandoli circa 90 euro a tonnellata. I rifiuti stanno quindi diventato il vero "oro di Napoli".

L'impresa energetica Hem, a Halmstad, è pronta a risolvere la crisi dei rifiuti non solo a Napoli, ma anche in altre città europee, assicura il suo dirigente Per Aalund. In Europa circa 150 milioni di tonnellate di rifiuti finiscono nelle discariche, in violazione delle norme Ue. "Ma a noi interessano e siamo disposti a prenderli", assicura Aalund.

(traduzione di Andrea De Ritis per Presseurop)
Sabato, 4. Giugno 2011
 

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