Per una sinistra pensante

Un saggio di Salvatore Biasco che affronta la critica al liberalismo come approdo del pensiero di sinistra e contiene anche alcune proposte pratiche per ricostruire tanto una cultura di governo che una identità che oggi appare smarrita

In questi tempi di sbandamento in cui persino l’uso del termine “sinistra” viene messo in questione, un saggio come quello di Salvatore Biasco, “Per una sinistra pensante”, è una lettura non solo opportuna, ma necessaria. La crisi epocale che ha sconvolto l’economia ha paradossalmente disorientato più le forze progressiste che quelle di destra, come si vede anche dai risultati elettorali nella maggior parte dei paesi europei. Le (ex?) sinistre hanno subito il martellamento del pensiero unico che a partire dagli anni ’80 è diventato sempre più egemone, hanno abbandonato gli ancoraggi alla loro storia e hanno finito per essere una sorta di variante moderata del liberismo, con il risultato di trovarsi ora non solo senza timone, ma anche senza una meta.

 

Nel saggio di Biasco si cerca di ricostruire dei percorsi, a partire dalla proposta di principi ispiratori. Vi si possono in effetti individuare quattro parti, connesse dal filo logico del ragionamento ma ognuna con una sua specificità.

 

La prima parte affronta il problema della cultura politica in senso ampio, e innanzitutto il problema se il pensiero liberale possa o no costituire la base su cui sviluppare una nuova cultura della sinistra, come ritengono alcuni, o in modo provocatorio (come Alberto Alesina e Francesco Giavazzi nel loro “Il liberismo è di sinistra”) o come esito di un lungo percorso, come Michele Salvati in “Il partito democratico per la rivoluzione liberale”. La risposta è negativa, “Quella cultura ha un caposaldo nell’individualità irriducibile e unica, e nella sua libera realizzazione”, mentre la sinistra deve – anche – “lavorare sulle identità collettive e alla costruzione della vita pubblica che offra i canali di raccordo”.

 

La seconda parte esamina il contesto europeo e l’inflenza che esso ha avuto nell’evoluzione della sinistra. Anche l’Europa si è lasciata conquistare dal “pensiero unico” che ha dominato la cultura anglosassone, con il sistema di regolazione e di protezione sociale imputato per la bassa crescita. Ma oltretutto l’Europa vuole fare come gli Usa senza averne la struttura, visto che manca un centro politico che la diriga. E’ comunque in Europa che va combattuta la battaglia, ma la sinistra italiana deve arrivarci avendo già definito un proprio apparato di pensiero.

 

La terza parte è dedicata alla possibilità di costrire rapporti costruttivi con il mondo del lavoro autonomo, verso il quale la sinistra ha sempre avuto un deficit di attenzione e di strategia. Biasco avanza la proposta di “lavorare per dossier”, spiegandone la logica ancorata a problemi concreti. Per arrivare poi a proporre, in alternativa all’approccio liberale, una via che porta a “orientare l’offerta politica in una direzione volta a tenere gli aspetti corporativi e consociativi che permeano la società italiana dentro un processo collettivo di responsabilità, che li interfacci col potere decisionale e li induca a perseguire i benefici su un piano compatibile con i benessere collettivo e con le finalità di lungo periodo che il paese si dà attraverso i suoi organi decisionali”.

 

L’ultima parte è dedicata al ruolo degli intellettuali, la riflessione sul quale, osserva l’autore, “è scomparsa dall’agenda politica”. Nonostante che si sia assistito a “un’autorganizzazione degli intellettuali e un formicolare di reti e connection che esplode grazie all’informatica”, manca poi un loro utilizzo organico nell’attività politica, forse anche perché non c’è più una forte identità culturale. Gli intermediari culturale e tecnici sarebbero invece preziosi per stabilire un aggancio con il mondo professionale.

 

Biasco ricorda nelle conclusioni che “un partito non pesa solo per i suoi voti, ma altrettanto per la considerazione, la stima e il rispetto che guadagna attraverso il suo apparato di pensiero, i suoi programmi, la propensione a costruire la società”, tutte cose che nel Pd attuale gli appaiono assai deboli: la sua spranza è di aver dato un contributo a questo dibattito.

 

Il video con il dibattito per la presentazione del libro

 (con l'autore, Massimo D'Alema, Sergio Chiamparino, Linda Lamzillotta, Giancarlo Bosetti)

 

Salvatore Biasco

Per una sinistra pensante

Ed. Marsilio – pp. 157 –  € 12

Domenica, 25. Ottobre 2009
 

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