Pio XII: 'Interrompere le cure è permesso'

Maurizio Benetti sottolinea il senso dello Stato di Beppino Englaro e riporta alcuni brani dei "Discorsi ai medici" di papa Pacelli, in cui si esprimono posizioni radicamente diverse da quelle attuali della Chiesa

Mi piacerebbe molto che E&L, in un quadro politico che induce al più buio pessimismo, parlasse di speranza con riferimento all'esistenza di persone come Beppino Englaro. Non tanto per la decisone in sé di compiere la volontà della figlia, quanto per il modo in cui lo ha fatto. Personalmente condivido la sua decisione e vorrei che una scelta analoga fosse fatta dai miei familiari se mi trovassi nella situazione di Eluana, ma credo che questi siano temi difficili e complessi su cui è meglio non avere certezze. Non amo vivere in uno Stato in cui siano i principi di una qualsiasi religione a impormi regole, ma ho anche timore di leggi possono costituire la premessa a decisioni statali di stabilire chi ha diritto di vivere ed avere assistenza.

 

Quello che mi ha colpito è il modo in cui Beppino Englaro ha agito. Sempre alla luce del sole, sempre invocando il rispetto della legge. Non ha mai seguito il consiglio che molti gli hanno dato, di agire al di fuori della legge, di portare la figlia in Svizzera o di "ucciderla" lui stesso. E' quest'ultimo un invito ripetuto spesso da non poche persone che venerdì scorso hanno telefonato ad una diretta di Radio Radicale. Englaro ha avuto la forza di chiedere alle istituzioni dello Stato per 17 lunghi anni di rispettare il volere della famiglia e ha cercato sempre il consenso di queste istituzioni. Non si è mai mosso contro di loro. Se i nostri politici avessere almeno una parte del senso dello Stato che Englaro ha mostrato di avere, forse l'Italia sarebbe un paese migliore.

 

Quanto alla Chiesa e alla sua assoluta intransigenza di oggi, ben diversa è stata la sua posizione in un passato anche recente, come mostrano questi brani di un discorso che un altro papa, Pio XII, tenne sull’argomento per rispondere alle richieste di chiarimento dei medici cattolici.

 

Maurizio Benetti

 

PIO XII - DISCORSI AI MEDICI

 

A CURA DI S. E. MONS. FIORENZO ANGELINI

CONSULENTE ECCLESIASTICO NAZIONALE DELL'ASSOCIAZIONE MEDICI CATTOLICI ITALIANI

 

EDIZIONI ""ORIZZONTE MEDICO"

 la EDIZIONE 2 OTTOBRE 1959

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…..La ragione naturale e la morale cristiana insegnano che l'uomo (e chiunque abbia'

l'ufficio di assistere il suo prossimo) ha il diritto ed il dovere, in caso di malattia grave,

di adottare le cure necessarie per conservare la vita e la salute. Tale dovere, che

egli ha verso se stesso, verso Dio e verso la società umana, e, il più sovente, verso

determinate persone, deriva dalla ben ordinata carità, dalla sottomissione al Creatore,

dalla giustizia sociale ed anche dalla stretta giustizia, come dalla pietà verso la propria

famiglia. Ma esso non obbliga, generalmente, che all'impiego dei mezzi ordinari (secondo

le circostanze di persone, di luoghi, di tempo, di cultura), ossia, di quei mezzi,

che non impongono un onere straordinario per se stessi o per altri. Un obbligo più

severo sarebbe troppo pesante per la maggior parte degli uomini, e renderebbe troppo

difficile il raggiungimento di beni superiori, più importanti. La vita, la salute, tutta

l'attività temporale, sono, infatti, subordinate a fini spirituali….

 

 

….I diritti ed i doveri della famiglia dipendono, in generale, dalla volontà presunta

dell'infermo incosciente, se egli è maggiorenne e « sui juris ». Quanto al dovere proprio

e indipendente della famiglia, esso non obbliga, abitualmente, che all'impiego

dei mezzi ordinali. Perciò, se il tentativo di rianimazione costituisce per la famiglia

un onere, che, in coscienza, non si può ad essa imporre, questa può lecitamente

insistere perché il medico interrompa i suoi tentativi, ed il medico può lecitamente

acconsentire. In tal caso non c'è alcuna disposizione diretta della vita del paziente,

e neppure eutanasia, che non sarebbe mai lecita; anche quando provoca la cessazione

della circolazione sanguigna, l'interruzione dei tentativi di rianimazione è soltanto

indirettamente causa della cessazione della vita, ed in tal caso bisogna applicare

il principio del duplice effetto e del « volontarium ih causa ».

 

….« Può il medico sottrarre l'apparecchio respiratorio prima che si produca l'arresto

definitivo della circolazione? »…Bisogna rispondere affermativamente …come

abbiamo già spiegato….

 

 

Considerazioni d'ordine generale permettono di credere che la vita umana continua

fino a che le sue funzioni vitali — a differenza della semplice vita degli organi — si manifestano spontaneamente o sia pure con l'aiuto di procedimenti artificiali.

In gran numero tali casi formano l'oggetto d'un dubbio insolubile e debbono

essere trattati secondo quelle presunzioni di diritto e di fatto, di cui abbiamo parlato.

Possano queste spiegazioni guidarvi ed illuminarvi, quando cercherete di risolvere

le delicate questioni, che si presentano nell'esercizio della vostra professione. In

pegno dei divini favori, che invochiamo su di voi e su tutti i vostri casi, Noi di

gran cuore vi impartiamo la Nostra Benedizione Apostolica.
Domenica, 15. Febbraio 2009
 

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