Storia: i segreti Usa, Mao e Cuba

Il sommario e le sintesi dell’ultimo numero di “Mondo contemporaneo”. Tra i vari saggi, i documenti Usa desecretati di Nixon e Kissinger, la Cina di fronte alla crisi di Cuba, le forze armate spagnole dal 1975 al 2001 (in spagnolo)

È uscito l’ultimo numero di Mondo contemporaneo. Rivista di storia (2-2013), con una nutrita serie di saggi e note che si occupano di diversi aspetti del nostro passato recente. Ecco una sintesi dei saggi.

 

L’Italia degli anni Settanta vista da Washington. Un nuovo strumento per la ricerca
di
Luigi Guarna

 

Si tratta di una ricognizione dei documenti relativi all’Italia contenuti nel volume dei Foreign Relations of the United States (Frus), la collezione di documenti diplomatici degli Stati Uniti curata direttamente dall’Ufficio storico del Dipartimento di Stato, recentemente reso pubblico. Il testo fa parte della serie dedicata alle amministrazioni Nixon e Ford e si occupa della politica verso la Nato e gli alleati in Europa Occidentale, coprendo gli anni tra il 1969 e il 1972. Per comprendere le ragioni di interesse di questi documenti occorre ricordare che la presidenza Nixon «si caratterizzò per una estrema centralizzazione del processo decisionale in politica estera e per un clima di autentica “paranoia” rispetto al rischio di fughe di notizie» che si tradusse, come scrive l’autore, «nell’adozione di due strumenti che costituiscono oggi una incredibile risorsa per gli storici: da una parte, la serie di back-channels – canali di comunicazione segreta e diretta che tagliavano completamente fuori la burocrazia del Dipartimento di Stato, verso la quale si nutriva scarsa fiducia – con cui Nixon e Kissinger condussero le loro principali iniziative diplomatiche; dall’altra, l’installazione nelle stanze della Casa Bianca di un sistema di registrazione audio automatizzato nei cui nastri, i cosiddetti White House Tapes, sono rimaste impresse le opinioni e le discussioni del vertice americano. La sezione dei Frus dedicata all’Italia si avvale di entrambe queste fonti», accanto ad altre provenienti dalla Cia, dal Pentagono e dal Dipartimento di Stato, «permettendoci così per la prima volta di poter leggere una serie di giudizi strettamente confidenziali dedicati al paese». Tre i filoni sui quali si sofferma in modo particolare l’autore: la normalizzazione delle relazioni diplomatiche tra la Repubblica Popolare Cinese e l’Italia, avvenute quando ancora le relazioni tra Washington e Pechino erano pressoché inesistenti; la politica interna italiana, la valutazione da parte americana del ruolo imprescindibile della Dc e la covert action, dispiegata dalla Casa Bianca durante le elezioni politiche italiane del 7 maggio 1972; le molteplici trame e progetti di colpo di Stato, da parte di estremisti di destra e di alcuni alti ufficiali, e il modo in cui queste hanno influenzato la politica italiana dell’amministrazione.

 

Mao Zedong e la crisi di Cuba del 1962
di Enrico Fardella

 

Lo studio è dedicato alla politica cinese di fronte alla crisi di Cuba. Come scrive l’autore, «mentre Mao capitalizzava all’esterno sulle difficoltà sovietiche, le campagne propagandistiche di mobilitazione di massa, lanciate all’interno del paese in supporto alla rivoluzione cubana e contro il revisionismo sovietico, lo aiutavano a rafforzare con successo la lotta contro i suoi avversari politici».

 

La stampa della sinistra italiana e il conflitto arabo-israelo-palestinese. Dalla Guerra dei sei giorni alla guerra dello Yom Kippur
di Claudio Brillanti

 

Il saggio ricostruisce la posizione assunta dalla sinistra italiana - il Pci, il Psi, il Psiup, ma anche il Psu-Psdi e il Pri, oltre Il Manifesto e Lotta continua – di fronte al conflitto arabo-israelo-palestinese, attraverso l’esame dei suoi organi di stampa. Del periodo preso in esame, che va dalla Guerra dei sei giorni (1967) a quella dello Yom Kippur (1973), vengono analizzate le differenti valutazioni dei partiti che si muovono tra rigidità ideologiche, riduzione a modelli duali di realtà complesse e qualche tentativo di avvio di analisi più articolate.

 

Las fuerzas armadas, el Estado y la sociedad civil en el reinado de Juan Carlos I (1975-2011)
di Carlos Navajas Zubeldia

 

Un’analisi delle relazioni intercorse tra civili e militari durante il lungo regno di Juan Carlos, dal suo inizio fino al 2011. In particolare, vengono esaminate le differenze che hanno caratterizzato le distinte fasi in cui tale periodo viene solitamente suddiviso: dopo il primo governo postfranchista (1975-1976), la fase della lunga transizione militare (1976-1989); dopo un intervallo di quasi dieci anni, il periodo della professionalizzazione o “volontarizzazione” delle forze armate (1996-2008); infine gli anni della crisi economica e i suoi effetti sull’esercito e le sue relazioni con lo Stato e la società civile. All’inizio del XXI secolo le forze armate spagnole presentano un insieme di caratteri moderni e postmoderni.

 

Terra di passioni, terra di conquista. Note sul rapporto fra cinema europeo e Africa dalle origini alla seconda guerra mondiale
di Maurizio Zinni

 

Come ha guardato il cinema europeo al continente africano negli anni del colonialismo? Le democrazie occidentali e il fascismo hanno usato lenti diverse? Maurizio Zinni scrive che «fin dalla sua nascita, il cinema europeo ha trovato nell’Africa una fonte di ispirazione. Numerose sono state le pellicole, a carattere documentario e di finzione, che hanno cercato di ricreare sul grande schermo il fascino ed il mistero che il mito del “continente selvaggio” ha sempre portato con sé agli occhi dello spettatore occidentale. A partire dalle prime opere di Meliès fino a giungere agli anni del secondo conflitto mondiale, è possibile, così, rilevare come le cinematografie dei paesi coloniali – in particolar modo quella francese, inglese ed italiana – abbiano utilizzato la macchina da presa per portare a compimento un processo di rappresentazione della realtà africana in cui ben definiti intenti scientifici si fondevano, spesso in maniera profonda, con altrettanto palesi mire egemoniche e di conquista».

 

Le bande di guerra del commissariato dell’Achele Guzai (Eritrea, 1910)
documenti a cura di Alessandro Volterra

 

Nella rubrica dedicata ai “Documenti”, infine, Alessandro Volterra esamina un testo inedito di parte italiana tratto dagli archivi eritrei, che conservano tuttora materiali di natura amministrativa mai trasmessi in Italia, ma dai quali è possibile acquisire nuovi elementi per saperne di più sugli effettivi rapporti tra colonizzatori e sudditi coloniali. Emerge così che nel 1910, nella sua prima colonia africana l’Italia faceva uso, accanto alle truppe regolari, gli ascari, di “bande di guerra”, come venivano chiamate le unità irregolari eritree, sia come vere e proprie unità militari, sia in funzione di ordine pubblico e come strumenti di collegamento con le popolazioni locali.

 

Recensioni (tra parentesi l’autore della recensione)

 

Gustavo Corni, Fascismo. Condanne e revisioni (Renato Moro)

Fulvio Cammarano, Michele Marchi, Il mondo ci guarda. L’Unificazione italiana nella stampa e nell’opinione pubblica internazionali (1859-1961) (Marco De Nicolò)

Laura Schettini, Il gioco delle parti. Travestimenti e paure sociali tra Otto e Novecento (Silvia Salvatici)

Marco Mondini, Generazioni intellettuali. Storia sociale degli allievi della Scuola Normale Superiore di Pisa nel Novecento (1918-1946)  (Alessandra Tarquini)

Silvio Pons, La rivoluzione globale. Storia del comunismo internazionale 1917-1991  (Vladislav Zubok)

Alessio Gagliardi, Il corporativismo fascista (Luciano Zani)

Emanuele Rossi, Democrazia come partecipazione. Lelio Basso e il PSI alle origini della Repubblica, 1943-1947 (Roberto Colozza)

M. Baliani, Body of State: The Moro Affair, A Nation Divided, translated by N. Marini-Maio, E. Nerenberg, Th. Simpson; A. Negri, Trilogy of Resistance, translated by T.S. Murphy,  (Richard Drake)

 

 

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Martedì, 22. Aprile 2014
 

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